I Teatri di Roma





Teatro di Marcello

Iniziato da Cesare, in un luogo dove abitualmente veniva eretto un teatro in “legno”, occupò una parte del lato curvo del Circo Flaminio e arretrò il Tempio di Apollo fino ad inglobare i due piccoli templi della Pietas e forse quello di Diana, fu completato da Augusto, il quale, dopo che vi si erano svolti i Ludi Saeculares del 17 a. C., lo dedicò nel 13 o nell’11 a. C. alla memoria del nipote Marcello.

La cavea aveva un diametro di 130 m e una capienza di oltre 15.000 persone. La scena, rifatta da Vespasiano, aveva ai lati due grandi aule absidate e, dietro, un’esedra al centro della quale si ipotizza fossero stati ricostruiti i due tempietti inglobati dal teatro.

Nel 370 d. C. il teatro cadde  in disuso e fu spoliato di alcuni blocchi di travertino che vennero impiegati nel restauro del Ponte Cestio. Verso la fine del 1200 diventò una fortezza e nel 1500 fu trasformato  nel palazzo che ancora oggi lo comprende e lo sovrasta. Tra il 1926 e il 1929 fu liberato dai piccoli edifici che gli si erano addossati, consolidato e restaurato, oggi, conserva ancora una parte della facciata esterna. Realizzato in travertino  presenta  due ordini di arcate decorate  con semicolonne doriche nel piano inferiore e  in quello superiore da semicolonne ioniche sormontate da architravi. Nulla rimane del terzo piano che doveva portare il teatro all’altezza di 33 metri. Dietro le arcate del piano terra corre un ambulacro ad anello coperto a volta sul quale si affacciano gli ambienti disposti a raggiera che sostenevano le gradinate della cavea.




Della cavea  e della scena non si è conservato nulla fatta eccezione  di un pilastro e di una semicolonna di una delle due aule absidate che affiancavano la scena, (visibili verso Monte Savello).

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