“Non so quando, ma so che in tanti siamo venuti in questo secolo per sviluppare arti e scienze, porre i semi della nuova cultura che fiorirà, inattesa, improvvisa, proprio quando il potere si illuderà di avere vinto.”
Filippo Bruno nacque a Nola e appena quindicenne entrò in convento dove, come prescriveva la prassi domenicana, cambiò nome in Giordano. La scelta del noviziato e poi dei voti fu dettata dalla volontà di poter approfondire, dentro un ambiente protetto dal resto della società, la filosofia in particolare e la cultura in generale.

Critica radicale

Da subito eterodosso nel percorso di fede, Giordano col tempo elaborò una critica sempre più radicale verso il monastero e i suoi abitanti, nonché verso la dottrina cattolica ufficiale. Denunciato una prima volta nel 1576 per eresia fu costretto a fuggire, iniziando una lunga serie di peregrinazioni che lo porteranno in mezza Europa. Nel corso di questa lunga assenza dalla penisola scrisse numerose opere e sviluppò ulteriormente il suo punto di vista sulla fede e sul mondo. Tornato nel 1591 in Italia, forse con la speranza di poter riformare la Chiesa, fu presto arrestato a Venezia e poi estradato a Roma per volere dell’inquisizione romana. “Ostinato e pervice” nonostante anni di violenze, carcerazioni e torture, non rinnegò mai il suo pensiero.
Il 17 febbraio 1600 Giordano Bruno, filosofo, scrittore e monaco, veniva condotto in piazza Campo de’ Fiori, con la bocca serrata da una morsa per impedirgli di parlare. Spogliato di tutte le vesti e legato ad un palo viene arso vivo, come disposto dai cardinali del Sant’Uffizio che pochi giorni prima lo aveva condannato a morte.

Forse tremate più voi nel pronunciare contro di me questa sentenza che io nell’ascoltarla

Con queste parole aveva accolto le parole dei giudici. Ultimo terribile atto di un processo in cui Bruno non aveva mai voluto abiurare le sue posizioni filosofiche e religiose, e per questo era stato giudicato eretico. Così moriva un grande anticipatore dei suoi tempi, capace di investigare l’atmosfera planetaria, criticare aspramente le prime forme di colonialismo, scrivere in volgare e latino, produrre un vasto e complesso immaginario.
Da Cannibali e Re
Nella foto, Giordano Bruno interpretato da Gian Maria Volonté nell’omonimo film.