Non ci addentreremo nella recensione del libro scritto da Andrea Pompili, il breve tempo a nostra disposizione non ci ha permesso ancora di leggerlo anche se rimane una delle nostre priorità. Per ora ci accontentiamo di riportare alcune frasi di Andrea Monti che sicuramente meglio di noi possono contribuire alla presentazione del volume:“..questo libro racconta in modo semplice e coinvolgente una parte fondamentale della storia delle telecomunicazioni di questo Paese… In molti passaggi del libro Pompili abbandona il filo degli eventi per alcune digressioni su argomenti più generali: la definizione di hacker e le sue origini, la nozione e il concetto di virus e le problematiche tecniche e giuridiche correlate, gli strumenti utilizzati per le indagini di computer forensics e la loro efficacia, le migliori strategie investigative e i passi falsi commessi in alcuni passaggi……….Lo stile è asciutto e molto giornalistico, e abbastanza preciso anche nei passaggi più strettamente giuridici (nonostante l’Autore sia un informatico).”
Se non pretendiamo di recensire il libro, tanto meno pretendiamo di emettere giudizi su Andrea o su quelle imprese che commissionano attività a subordinati contando sulla loro fedeltà aziendale, sulla loro voglia di rivincita o addirittura sulla loro ingenuità. Un’amica del Pompili infatti, parla dell’autore come di uno scout che rimane tale anche “quando si toglie il fazzolettone”, un ragazzo quindi la cui integrità intellettuale forse non gli ha consentito di “interpretare” il mondo in cui operava, e per questo oggi in quel mondo non ci si ritrova piacevolmente.
In attesa di approfondire con Andrea Pompili alcuni passaggi della sua presentazione, cosa che intendiamo fare nei prossimi giorni, dell’evento di oggi, oltre a darne la giusta visibilità non fosse altro che per la larga partecipazione di  pubblico, a noi piace più cercare di spiegare come nasce l’espressione “tiger team” e a cosa , o meglio a chi, fa riferimento, visto che il libro di Andrea Pompili descrive la sua attività lavorativa proprio all’interno di un gruppo denominato “Tiger Team”, quello gestito da Fabio Ghioni.
Questo termine di origine militare, caratterizzava dei gruppi di lavoro che avevano come scopo quello di introdursi in istallazioni amiche per verificarne il livello di sicurezza. Molte di queste indagini hanno avuto come conseguenza, proprio per le problematiche riscontrate, l’allontanamento di responsabili anche di altissimo livello.
In un momento successivo l’espressione è stata adattata anche al mondo informatico nel quale dei professionisti di spessore, denominati “hacker”, hanno come compito specifico quello di verificare il livello di protezione dei sistemi informatici delle aziende che sono di solito quelle per cui lavorano.
E proprio a difesa di questa categoria di professionisti che si è basato l’intervento introduttivo di Stefano Chiccarelli amico di Andrea e egli stesso oltre che informatico, anche scrittore di libri.
Molto spesso però i controlli dei “tiger teams” sono stati estesi anche ad aziende concorrenti sfociando in un vero e proprio “spionaggio industriale”, così che il termine “hacker” oggi nella comune percezione rappresenta una figura negativa
Questo ci riporta al contenuto del libro di Andrea Pompili, un libro che affronta, in periodo di tempo anche abbastanza breve, diramazioni a livello internazionale con attori i cui nomi risultano più che familiari e che ci riportano a casi che hanno avuto sulla stampa una notevole rilevanza ma che oggi, ancor prima del processo, hanno assunto toni decisamente più pacati.

Renato Magrelli

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