Notre-Dame de Paris è uno spettacolo musicale tradotto in lingua italiana nel 2002 e da allora viene replicato da numerosissime compagnie in tutto il Paese. Qualcuno ha detto che non è musica pop, non è musica rock, non è un musical, non è un’opera lirica, ma tutto ciò insieme, e non è certo facile dargli torto.
C’è di tutto e di più in questa storia struggente che Riccardo Cocciante ha riscritto in musica quasi senza rendersi conto di creare un’opera memorabile.
Già presentato dalla palestra Be First in una precedente edizione a Piazza del Molo, è stato riproposto sabato scorso all’interno del palazzetto dello sport, spazio ormai di comprovata polivalenza, riscuotendo un enorme successo nel foltissimo pubblico che riempiva le gradinate.
Sulle musiche di Cocciante c’è molto poco da aggiungere, mentre molto apprezzabile secondo chi scrive, è stata la capacità di realizzare in un ambiente prettamente sportivo il tradizionale stile da regia degli spettacoli musicali.
Una scenografia essenziale, quasi al limite della freddezza,  eppure più che encomiabile la riproduzione dell’atmosfera di una Parigi d’epoca tanto superstiziosa quanto tragica.
Sulle luci probabilmente ci sarebbe da lavorare ancora un po’, ma forse questo è un appunto di parte per chi ha faticato non poco nell’individuare gli ISO e i tempi della propria macchina fotografica, incerto se godersi appieno lo spettacolo o cercare di produrre qualcosa che restasse al di là delle sensazioni e della memoria.
Inevitabile purtroppo l’uso di basi musicali preregistrate che tuttavia hanno permesso ai giovanissimi interpreti di Esmeralda, Quasimodo, Gringoire e tutti gli altri, di dedicarsi pienamente alla coreografia cui si sono aggiunti, meritando un elogio tutto speciale, splendidi atleti acrobati che sullo sfondo della cattedrale parigina, stampavano le loro ombre senza peso.
Un finale di vera intensità drammatica ha scatenato applausi a scena aperta da parte di un pubblico che, toccato nel cuore  e conquistato nella mente,  persino dopo l’estrazione del numero che ha fatto vincere al suo possessore una videocamera, esitava a lasciare il palazzetto per riprendere la strada di casa.
Complimenti a Mara & Co, non solo per la realizzazione di un evento di questa portata, ma per aver saputo costruire un gruppo in grado di affrontare le enormi difficoltà rappresentate da un’opera basata non solo sulle splendide musiche di Cocciante, ma su una fisicità mai semplice da rappresentare, soprattutto quando si tratta di giovanissimi.