Si può sfruttare l’idea dell’architetto newyorkese John Locke di trasformare una vecchia cabina telefonica anglosassone in una mini biblioteca anche qui a Roma? Ebbene si, è il progetto del Comitato di quartiere Torresina.

Il progetto Telephone Booth Books, nato a Londra e che sfrutta le famosissime cabine rosse ormai in disuso, è arrivato anche nella Capitale con il nome di “Biblio Cabina” (noi però usiamo ex cabine telefoniche della Telecom), il suo scopo è promuovere la cultura, la lettura e la condivisione di libri in uno spazio decisamente fuori dal comune. Esiste già un’alta Biblio Cabina, ed è stata collocata ad Arona, paesino in provincia di Novara.

A Roma la prima istallazione, nel quartiere Torresina, verrà inaugurata l’11 ottobre e poi, se il progetto avrà successo, si amplierà con altre installazioni collocate in più punti della città. Alla cerimonia saranno presenti alcuni rappresentanti istituzionali e di Telecom Italia, con il patrocinio dall’Assessorato alla Cultura del Municipio XIV.

L’unica grossa preoccupazione sono il possibile furto dei libri e gli atti vandalici di cui la cabina potrebbe essere vittima, per ovviare a questo problema, si è pensato ad un attenta sorveglianza, almeno per il primo mese.

Come funziona una Biblio Cabina? Semplice, chiunque può entrare, scegliere un libro e riconsegnarlo una volta terminata la lettura, ma come una comunissima biblioteca, i libri verranno timbrati e se ne potranno prendere non più di tre alla volta.

Attualmente l’interesse per la lettura sta purtroppo diminuendo a livelli esponenziali, di sicuro la Biblio Cabina desterà la curiosità di molti cittadini e speriamo abbia grande successo come nel resto d’europa, dove persino Amazon ha inventato il circuito di biblio cabine che permette a chi prende in prestito un libro in una cabina di poterlo sistemare in un’altro punto di un altra città europea. Se ne contano oltre 50 solo in Inghilterra, così come in Svezia e Germania.

Che sia questo il modo per riscattare l’arte dello scrivere ormai caduta nell’oblio?