“Renderemo il Tevere navigabile entro il 2015. Prima sarà necessario togliere tutti i detriti perché il fiume non è stato più dragato“, così esordisce il Sindaco di Roma, Ignazio Marino, durante la diretta radio del programma “Un giorno da pecora” di Radio2, qualche giorno fa.
Di sicuro è uno dei sogni nel cassetto del Sindaco, che vede il nostro fiume come il Tamigi o la Senna.
Presso il Campidoglio è stato attivato un tavolo con tutti coloro che hanno competenza sul bacino del Tevere, tra cui il Ministero dell’Ambiente e la Regione Lazio, per cercare di predisporre le misure necessarie alla pulizia degli argini, alla valorizzazione ambientale, commerciale e della mobilità, ma soprattutto per il dragaggio del fiume.
Il Sindaco di Roma spiega: “È un progetto che sta seguendo l’assessore Estella Marino insieme all’assessore Cattoi. Hanno già fatto la domanda all’Unione Europea per i fondi perchè noi purtroppo scontiamo un ritardo nell’attività routinaria del dragaggio del Tevere di oltre 10 anni. In questo momento ci sono luoghi come il cosiddetto rettilineo verso nord al di sopra dello sbocco del fiume Aniene che sono di fatto impraticabili dalle imbarcazioni a causa di tronchi affioranti che non vengono tolti da tantissimi anni. È un’operazione molto costosa – prosegue Marino – ma che deve essere fatta se vogliamo restituire il Tevere ai romani e anche agli sportivi che vorrebbero utilizzarlo per attività come quelle di canottaggio.”
Il progetto di riqualificazione costoso ma che prevede la risistemazione degli argini con tanto di punti ristoro, bar e piste ciclabili. Un progetto che renderebbe fruibile il bacino fluviale agli sportivi sia fuori che dentro l’acqua. Si pensa anche ai barconi turistici per le crociere sul fiume, una sorta di Bateaux Mouches.
Il costo complessivo degli interventi, secondo una prima stima, sfiora i 100 milioni di euro; 40 milioni dovrebbero provenire dai fondi europei, tant’è che in via ufficiosa è già stata inviata una bozza del progetto, ma a fine luglio dovrà essere inviato quello ufficiale, dopodiché si dovrà aspettare la risposta della commissione. Resteranno però scoperti circa 60 milioni di euro, che molto probabilmente saranno chiesti al Ministero dell’Ambiente, anche se non si escludono finanziamenti privati.
Stefano Pedica, della direzione del Pd, ha dichiarato: “Il fiume, che attraversa Roma e che nel passato ha visto le proprie acque attraversate da migliaia di imbarcazioni, deve tornare navigabile. Il nostro fiume – continua Pedica – è stato difeso da poche associazioni fino ad oggi, e’ arrivata l’ora quindi di coinvolgere l’Unione europea e tutti i cittadini che hanno a cuore una Roma Capitale con un fiume navigabile e non una pattumiera. Sarà straordinario poter utilizzare il Tevere sia come opportunità per il turismo, sia come mezzo di trasporto. Quello che Roma vuole e’ una linea che arrivi in futuro fino a Ostia partendo dal centro della citta’. Per rendere possibile la navigazione bisognera’ bonificare le sponde, pulire gli argini, assicurare la vigilanza e la manutenzione delle banchine, incentivando anche i privati per la realizzazione. Oggi tutto il tevere e’ abbandonato, eppure erano stati investiti anni fa milioni euro per iniziare il percorso di navigabilita’ e per mettere in sicurezza il fiume lungo gli approdi. Marino affronti questo tema impegnandosi per portarlo a termine utilizzando anche i fondi europei.”
Per molti sarebbe però più opportuna una navigazione non turistica ma funzionale al trasporto pubblico. Il Tevere, a differenza della Senna e de Tamigi, ha una portata irregolare durante l’anno, infatti durante l’estate ha un livello talmente basso da non consentire il transito di imbarcazioni di un certo pescaggio, e di conseguenza poco “turistico”, mentre d’inverno il livello che raggiunge rende difficile, se non impossibile, il passaggio delle imbarcazioni sotto i numerosi ponti.
Quindi si dovrebbe puntare sulla navigabilità del Tevere tra Roma e Fiumicino, ma in questo caso entrerebbe in gioco la Soprintendenza archeologica, poichè sulle sponde del fiume sono presenti innumerevoli resti archeologici, che imporrebbero la messa in opera di protezioni e segnalazioni, ma a questo punto si renderebbe difficile la navigazione a barche di grandi dimensioni.
Samantha Lombardi
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