“L’abito non fa il monaco” ed è bastato pochissimo per rendersene conto. Troppo facile infatti collegare un concerto “gospel” a coreografie cui la parte del leone la fanno di solito le splendide tuniche che contraddistinguono i cori polifonici specializzati. Anche i tradizionalisti hanno dovuto quindi ricredersi quando le prime note si sono propagate nella chiesa di San Francesco, e le t-shirt con il logo “7hills” si sono dimostrate ugualmente eleganti e soprattutto in perfetta sintonia con le voci del coro.
Una formazione di recentissima costituzione composta da 25 elementi accompagnati dal terzetto formato da tastiera, chitarra e batteria, diretti dal maestro Gianluca Buratti che non ha mancato di ringraziare il comitato sabatino della  CRI per l’opportunità concessa di partecipare ad un’iniziativa benefica destinata a  raccogliere fondi, proprio nel periodo natalizio, per famiglie in difficoltà.
Anche l’intervento di apertura del Commissario Emanuela Tamanti ha sottolineato lo scopo benefico dell’evento, cui prossimamente ne seguiranno altri,   ringraziando tutti i componenti del coro per la sensibilità dimostrata con la loro disponibilità. Uguali parole sono state rivolte al pubblico presente e al coro del maestro Buratti dal vicesindaco Stefano Paolessi che insieme con il consigliere Giontella ha assistito al concerto: “Oggi chiunque ne abbia la possibilità, deve contribuire ad aiutare i meno fortunati, e l’Amministrazione, pur non potendo spesso intervenire direttamente, farà del tutto per collaborare con chi si adopererà in questo senso. Con questo concerto una volta di più, – dichiara il vicesindaco – la nobiltà della Croce Rossa si distingue nel dimostrare affetto nei confronti di quelle persone che attraversano bruttissimi momenti”.
Il programma di circa un’ora si è sviluppato con brani che hanno spaziato dai gospel  più classici, alla rivisitazione della musica rock, dai brani dei Beatles ad alcuni classici della musica africana. Immancabili alcuni  canti di Natale così come immancabile è stata  la conclusione sulle note di Happy day.
Il tutto per un pubblico che il maestro Buratti più di una volta ha saputo coinvolgere in una sorta di ‘jam session’ cui d’altra parte era impossibile non partecipare.
In una serata in cui non c’erano distrazioni derivanti da avvenimenti sportivi, una serata in cui il clima era decisamente favorevole, una serata in cui sia la scelta dell’orario che della location sembravano favorire la presenza di un folto pubblico, una serata in cui l’obiettivo dell’evento e i promotori meritavano forse una diversa attenzione, una serata in cui splendidi brani erano interpretati da altrettanto splendidi esecutori, resta comunque un po’ di amara meraviglia nel dover constatare che questa città non ama partecipare.
Noi ci rifiutiamo di credere alle voci che affermano che solo i buffet gratis funzionano da sicura attrattiva, però non è la prima manifestazione cui abbiamo modo di assistere e nella quale riscontrare una scarsa voglia di essere presenti. Non ci lamentiamo tuttavia più di tanto: in fin dei conti l’obiettivo è stato comunque raggiunto: “pochi, ma buoni”.