Tra le moltissime attività che hanno fatto da corollario all’ultima Sagra del Pesce, un recital musicale presentato dal coro SpEziE della compagnia del Teatro Helios a bordo della Sabazia II, merita senz’altro una citazione particolare.
Ci siamo trovati quasi casualmente a bordo e senza rendercene conto siamo stati subito coinvolti anche noi in una performance che divertiva grandi e piccini.
Un proscenio all’interno della platea, e una platea perfettamente inserita all’interno della scena senza soluzione di continuità. L’esiguo spazio consentito dal ponte superiore della Sabazia, anziché costituire un handicap si è invece manifestato quale elemento vincente per una rappresentazione teatrale tanto innovativa quanto divertente.
Tutti ugualmente bravi i ‘pirati’, ma l’elemento trascinatore resta naturalmente Annalisa Lanza che a distanza di qualche giorno incontriamo di nuovo in redazione per saperne qualcosa di più di questo tanto decantato teatro Helios.

Parlare con Annalisa Lanza e Sabrina Fiorani senza i loro costumi di scena, rende molto difficile credere che la loro attività teatrale all’interno dell’Helios produca spettacoli da più di 26 anni.
“Provengo dalla ‘bottega di Vittorio Gassman’ – esordisce Annalisa – e tutto comincia da me che, dopo la nascita di due figlie, pur di non abbandonare la mia passione, mi occupo sostanzialmente di un teatro di burattini dedicato ai bambini quasi come fosse uno scherzo nel voler raccontare delle cose. Per i primi quattro anni ho lavorato con colleghi che potrei definire occasionali, in quanto si trattava di collaborazioni quasi estemporanee e comunque limitate nel tempo.
Oggi Helios che tipo di teatro rappresenta?
 “E’ un teatro fatto di musica, cori, recital di poesie, e tanto altro ancora,  come se ogni raggio del sole che rappresenta il nostro logo fosse un contenitore ben distinto ma pur sempre generato dallo stesso cuore. Rivisitiamo testi di favole classiche rimodellandoli a nostro piacimento, spesso aggiungiamo musiche moderne come ad esempio quella di Dalla che accompagna la favola di Cappuccetto rosso e il lupo golosone”
“Ognuno cura il suo personaggio personalmente – interviene Sabrina – e sono tutti molto bravi nell’autoprodursi costumi e trucco. Collabora con noi una costumista, una sarta di nome Elsa Burchi che ci aiuta moltissimo. I costumi che vengono prodotti trovano poi spazio in un magazzino, o meglio in un garage dove vengono scrupolosamente conservati”
Nel vostro sito www.teatrohelios.it sono presenti nomi e foto di chi collabora con Helios. I componenti della vostra compagnia si sono stabilizzati o continuano ad avere carattere di estemporaneità?
“C’è al nostro interno – risponde Annalisa – un nucleo portante a cui in alcuni casi si aggiungono degli attori professionisti; sostanzialmente oggi la compagnia ha un carattere direi quasi di stabilità.
Siamo un gruppo che si autofinanzia, ovvero ci sobbarchiamo  di tutti i costi anche se in qualche occasione per particolari manifestazioni, riceviamo dei rimborsi spese che ci consentono di sostenere la nostra Associazione. In alcuni casi facciano anche delle rappresentazioni per beneficenza, come è successo l’anno scorso per i bambini terremotati dell’Aquila”
Tra bambini e genitori moderni, c’è ancora spazio per le favole?
“Assolutamente si, l’importante è il modo di raccontargliele. Può sembrare strano ma i nostri piccoli spettatori sono molto attratti dalle nostre favole. Stiamo parlando di figli di genitori che evidentemente conservano il ricordo della favola e vogliono ritrasmettere ai loro piccoli le sensazioni che sono rimaste nella loro memoria. Per fortuna la tecnologia lascia ancora degli spazi alla fantasia”.
Per chi coltiva una passione come la vostra, cosa rappresenta elemento di delusione e  cosa invece di gratificazione?
“E’ molto deludente il dover spesso scendere a compromessi che con l’arte non hanno nulla a che vedere, come il dover interloquire con committenti che vogliono guadagnarci sopra, oppure vedersi rifiutare spazi e aiuti se non c’è un ritorno economico. La gratificazione è invece composta da piccole cose quali ad esempio essere richiamati per altri spettacoli o addirittura ricevere richieste di partecipazione attiva all’evento che di fatto poi consente di creare dei gruppi meravigliosi di amici.
Un sogno nel cassetto?
“Il nostro grande problema è la mancanza di uno spazio nostro. Le prove dei nostri spettacoli avvengono in casa, e non è proprio il massimo. In passato abbiamo avuto la possibilità, dietro pagamento per l’affitto, di utilizzare il teatro della scuola media che peraltro come unico spazio disponibile sappiamo essere molto richiesto e questo ci impone di farne richiesta con largo anticipo. Confidiamo molto nella struttura dell’ex consorzio che una volta ultimata potrebbe costituire una sorta di sede per un ‘teatro stabile’ che funzioni non solo come produzione di spettacoli ma come un punto di aggregazione soprattutto giovanile indirizzato ai moltissimi giovani che vorrebbero imparare a fare teatro e che per il momento invece non ne hanno la possibilità.
Sarebbe bellissimo poter disporre di un teatro dove poter accogliere i giovanissimi, e non solo, di Anguillara con un tipo di programmazione classica quale quella di un vero e proprio ‘teatro stabile’”.

Con il messaggio chiarissimo lanciato all’Amministrazione Comunale, si impone anche di ricordare ai nostri lettori che il cartellone estivo dell’Helios prevede tre spettacoli sulla terraferma (ogni giovedi di luglio alle 21,00 presso la Piazza del Comune) e due in navigazione (domenica 18 e 25 luglio con imbarco nel pomeriggio rispettivamente da Trevignano e da Bracciano). Date che ai nostri lettori consigliamo di memorizzare, mentre ricordiamo per ottobre le ‘visite guidate animate’ all’interno dei saloni del Castello Odescalchi di Bracciano, espressamente dedicate ai più giovani che potranno vedere i classici personaggi del maniero animarsi, prendere vita  e raccontare la loro storia. Molto più che un semplice teatro interattivo, molto, molto di più!