Neanche tre settimane di vita e Il Tabloid è già diventato un caso. Centomila pagine visitate, quasi 500.000 accessi, circa 4.000 Ip differenti che hanno visitato il sito, poco meno di 500 commenti lasciati. Numeri che dovrebbero renderci felici ed orgogliosi di quanto fatto in così poco tempo. Eppure non siamo ancora pienamente soddisfatti. È qualche giorno ormai che ci domandiamo e riflettiamo su una cosa ben precisa: la forza di questi numeri sta nel valore del giornale o nel meccanismo, ormai perverso, che porta i lettori a visitarci solo, o quantomeno prioritariamente, per vedere l’ultimo commento pubblicato?
Ribadiamo il fermo concetto di aprire il giornale ai lettori, in una sorta di “redazione diffusa” che faccia perno sull’interazione tra redazione e cittadino.
Ma lo scopo deve essere quello di informare meglio, non quello di alimentare la polemica sterile e inutile. Non possiamo accettare questa continua ridda di accuse reciproche tra lettori. Forse tutto ciò farà salire i nostri “numeri”, ma non è quello che vogliamo e quello che ci siamo prefissi.
Pensavamo che messi di fronte, per la prima volta, ripetiamo, per la prima volta, al fatto di poter esprimere liberamente i propri pensieri su un giornale locale, i lettori avrebbero usato questa opportunità come utile strumento di partecipazione civica. In molti casi, purtroppo, così non è stato. Al commento costruttivo, si è a volte sostituito il gossip o l’offesa personale, alla proposta l’accusa. E allora abbiamo deciso, associazione culturale e redazione insieme, che il sistema va cambiato. Perché così com’è svilisce il ruolo informativo del giornale e mortifica la funzione propositiva e di approfondimento dello spazio dedicato ai commenti. Il Tabloid non è un social-network e non vuole esserlo. Vogliamo essere una testata giornalistica, niente di più e niente di meno.
Nelle prossime ore lo staff tecnico del giornale cambierà quindi il modo di inserimento dei commenti, mettendo a disposizione dei lettori una procedura di registrazione sicura, rispettosa della privacy e finalizzata a riportare con forza il lettore, quello serio e che non si nasconde nell’anonimato, al centro del meccanismo informativo del giornale, con i commenti e con la possibilità di essere lui stesso un redattore a tutti gli effetti.
Speriamo, ancora una volta, di ricevere l’apprezzamento dei lettori, che in queste settimane ci sono stati vicino e hanno seguito con affetto e simpatia la crescita del Tabloid.
Ci aspettiamo, parimenti, che i lettori capiscano lo spirito con cui sin dall’inizio abbiamo lavorato e colgano l’opportunità che hanno, finalmente, di far sentire la loro voce.
Alessandro Bettarelli, direttore responsabile de Il Tabloid
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