Pensavamo di essere stati invitati alla consueta presentazione di un libro e ci siamo ritrovati invece di fronte ad una sorta di “stargate”.
Molto intrigante il desiderio di attraversarlo per addentrarci in un mondo senza limiti, se non fosse per quella dose di incertezza che ci fa pensare come a volte forse i simboli vengono “cercati a tutti i costi” e identificati con spiegazioni che potrebbero essere invece la risultante di mera fantasia.
Ci siamo già persi, ce ne rendiamo conto, per cui facciamo un paio di passi indietro e cerchiamo di spiegarci meglio.
Domenica scorsa abbiamo assistito ad una dotta dissertazione sul concreto dubbio che Michelangelo abbia voluto inserire negli affreschi della Cappella Sistina un suo gigantesco autoritratto.
La foto che apre il servizio è l’accostamento dell’affresco con a fianco l’identificazione del burbero profilo dell’artista e al suo lato una litografia che riproduce Michelangelo.
Non ci vuol molta fantasia per condividere l’ipotesi di Giancarlo Iacomucci alias Litofino (nella foto).
Personaggio affascinate questo autore, appassionato di soluzioni grafiche innovative e autore di opere litografiche dalla precisione maniacale, che ha avuto l’opportunità di lavorare con nomi del calibro di Fontana, Capogrossi,  Arnaldo e Giò Pomodoro, tanto per citarne alcuni.
Iacomucci nel 1992 scopre il volto invisibile di Michelangelo proprio nella raffigurazione de Il Giudizio Universale, scopre cioè un vero e proprio ritratto subliminale.
Scopre, quardando l’affresco della Cappella Sistina, quel profilo inconfondibile reso tale  per la particolare forma del naso che  Pietro Torrigiano gli ha rotto con un pugno.
Da allora Litofino studia fino ad affermare, prove grafiche alla mano, che nell’affresco de “Il Giudizio Universale” della Cappella Sistina, Michelangelo ha voluto riprodurre un suo gigantesco ritratto di profilo.
Il libro “Il mito del Giudizio Universale nella Cappella Sistina”, affronta una serie di misteri che riguardano gli affreschi commissionati dai Papi al Michelangelo nei quali lo stesso sembra celare forme e figure cha fanno parte di un segreto che dura da diverse centinaia d’anni e al quale l’autore del testo invece fornisce delle spiegazioni a tutto campo.
Litofino affronta nelle pagine del suo libro le varie implicazioni politiche del Papato, della dinastia dei Medici così come quelle relative all’esoterismo, ai messaggi subliminali, al simbolismo, in intrecci solo apparentemente inestricabili e che invece in forma chiarissima lo stesso Litofino spiega nelle sue affabulanti presentazioni e conferenze.
Per noi, assolutamente impreparati ad ascoltare tanta competenza, che tra l’altro non pochi problemi sembra aver causato all’autore per l’ostilità di un particolare ambiente accademico, l’esserci affacciati alla soglia dello “stargate”, diventa una sensazione quasi palpabile.
Il desiderio di varcare quella soglia virtuale ci impone di acquistare una copia del libro ricchissimo di illustrazioni e di commenti riguardanti linee, punti, spazi pittorici, forme geometriche, quadrati magici, etc., nella speranza di sapere qualcosa di più sull’alchimia, l’esoterismo, i messaggi subliminali, le verità occulte.
Un testo che si legge tutto d’un fiato anche se impone spesso la rilettura di pagine precedenti per meglio comprendere i collegamenti storico artistico religiosi imposti da un sincretismo difficile quanto indispensabile.
Un testo ricco di argomenti comunque difficili, e che proprio per questo rende ancor più merito alla Libreria degli Elfi che ne ha curato la presentazione.